martedì 12 luglio 2016

Knights of Columbus

Descrizioni poetiche di luoghi di Roma colte sul luogo stesso

Knights of Columbus 

Spesso e volentieri vado in bicicletta sul Lungotevere Flaminio. Nella parte sinistra di questo lungotevere, all’ombra dei platani subito dopo il Circolo sportivo dei funzionari di Polizia c’è un altro circolo che si chiama I cavalieri di Colombo. È un po’ prima di ponte Mussolini, sulla sinistra appunto. Per me questo è uno degli scorci più belli di Roma. Ad un certo punto, prima del circolo dei cavalieri, il marciapiede, molto alto, si interrompe e quindi bisogna scendere dalla bicicletta, attraversare il piccolo passo carrabile, risalire il marciapiede opposto e rimettersi in sella. Qui si apre una vista particolare: I cavalieri di Colombo è una struttura, credo, in stile Bauhaus o pseudo Bauhaus costruita forse negli anni ’50 – o in epoca fascista, forse più in epoca fascista.. Fondazione Cavalieri di Colombo, c’è scritto. È una costruzione bassa che affonda nello spallone del lungofiume, con ringhiere di metallo a griglia e strutture di cemento intonacato; da questa costruzione parte, sul lato nord verso Ponte Milvio, una piccola terrazza semicircolare, metafisica oso dire,  che guarda il Tevere, come una piattaforma per i tuffi, piantata sull’infinito.. sembra infinito perché come cinta del circolo c’è un basso muretto intonacato in ocra scuro che continua in una siepe di sempreverdi ed al di sopra di questa siepe, per tutta la sua lunghezza, non si vede alcuna struttura di città ma solo un cielo vuoto blu infinito. Si costeggia la siepe che si allontana verso il ponte, un po’ sotto i platani e quindi sempre immersi nell’ombra.. pochissime macchine perché strano a dirsi è una zona dove non girano tante macchine e dove non ve ne sono tante parcheggiate.. e sembra di stare in un altro mondo: mi ricorda un po’ le strutture ed i quadri vuoti di De Chirico o quei film dei registi italiani degli anni ’50 intrisi di realismo ma anche di metafisica; quei film di quando Roma veniva costruita per assumere le dimensioni e l’aspetto che ha attualmente; veniva costruita male, veniva su sregolata e caotica ma stava diventando una grande città, il vero specchio dell’italianità. Questo scorcio, questo angolo della città, con la sua terrazza protesa, con la sua siepe di cipressi potati di frequente per non farli crescere, questa costruzione che assomiglia ad un pontile di una nave o a un trampolino articolato per tuffi.. (che poi da sul Tevere.. che non si vede), è uno dei luoghi più quieti, più sereni – e ci vuole serenità, molta, in questi tempi.. più sereni, dicevo, di Roma.


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