Matto matto matto.
Vibro come puro acciaio.
Penso alla morte.
Nello sterminio del mattino
scorre in cerchio
il mare della vita.
Mi nutro di carne, spirito,
sangue, genitalità.
Ascolto musiche arabescate,
fremo al tocco di minuscole campane,
sono nel Tibet, ora.
Seguo le strade che portano al tempio,
assaporo il sapore dolce, lontano, dell'oblio.
anni '80
Nessun commento:
Posta un commento