giovedì 12 maggio 2011

Cybersex

Rientrò in casa dopo aver comprato lo sturalavandino. Come al solito le sue affittuarie avevano otturato con i loro capelli e a forza di docce quella cacchio di vasca e toccava sempre a lui, chiaramente, occuparsi della manutenzione della casa.
Aprì la busta che conteneva il cavo flessibile col manicotto di legno.... "Legno?" pensò "Sarà di fintaplastica addirittura, figuriamoci se è di legno! Sarebbe proprio strano! Eppure sembra legno... sarà da quattro soldi..."
Il cordone era fermato da tre strisce di plastica nera, quelle per tenere arrotolati i cavi dei trasformatori: "Vedi... semplice semplice". Gli sembrò la corda gigante di un basso elettrico gigante e la cosa lo incantò.

Entrò nel bagno e cominciò il lavoro, infilò il cavo nello scarico, in uno dei buchi e cominciò a spingere per farlo entrare ed andare sempre più in fondo, facendolo roteare leggermente con la mano per afferrare più "materiale... che schifo...". Ma nel primo buco non entrò più di tanto, allora provò con il secondo: "Cazzo, perché non entri... che palle...".
Al terzo buco ci riuscì, entrò, penetrò mollemente, andando sempre più a fondo, poi il cordone si bloccò e non riuscì ad avanzare più di tanto e quindi cominciò a toglierlo roteandolo ma lentamente, per non farsi schizzare "materiale" non gradito addosso. Al capo a vite del cavo rimase attaccato un filo di capelli... li tolse con le mani su cui aveva messo dei guanti marigold gialli. Poi ricominciò.
Non dal quarto buco, ancora vergine, ma ritornò al secondo: questa volta il flessibile prese giù bene, andò dentro per due metri buoni, poi si intoppò ma lui spinse dolcemente e il flessibile, la corda gigante del basso gigante, riprese la sua docile corsa arrivando fino in fondo. Movve un pò la manovella a quel punto, ma tanto sapeva già che non serviva. Serviva tirarla fuori dolcemente e roteare per strusciare bene l'alveo dello scarico.
Così fece e lentamente, torcendola, fece uscire la corda gigante. Assieme a lei uscì un cilindro di 7 cm circa di capelli e chissà cos'altro, soprattutto capelli, una massa schifosa e maleodorante che lui staccò "molle come tutte le cose merdose" con i guanti e lasciò a giacere sul letto della vasca... "che schifo!" era il suo unico pensiero insieme all'altro che qualche goccia d'acqua gli era andata sul braccio: "Ci vorrebbero dei guanti ascellari quando si fanno 'sti lavori...".
Provò ancora un paio di volte andando sempre molto a fondo, spingendo e roteando per poi tirare ancora su. Ma non venne più niente insieme al capo del cavo. Era tutto pulito "meno male".
Uscì dal bagno per cercare un giornale e si ricordò della confezione da due dello yogurt bianco non zuccherato che aveva messo sul tavolo in cucina. Ne aveva voglia. Non vedeva l'ora di finire il lavoro per gustarsene uno. Era stato male quei giorni, l'influenza aveva abbassato le sue difese immunitarie e sentiva che il corpo aveva bisogno di ricostituirle e sapeva che lo yogurt lo avrebbe aiutato a farlo. E poi nei cambi di stagione fin da piccolo aveva sempre sentito il bisogno di "slurparsi" un buono yogurt...
Ma non poteva... doveva finire quel lavoro: quante volte ci capita di voler fare una cosa e doverla rimandare perché si deve fare qualcos'altro... ricordate la sensazione, capite come si sentiva in quel momento?
Comunque prese il giornale, il Messaggero, una copia che chissà per quale motivo, avevano distribuito come omaggio qualche giorno prima ai portierati della zona. E col giornale tornò in bagno e ci avvolse la matassa maleodorante... "finita...". Poi cominciò a ripulire la vasca, lavare il cordone di acciaio flessibile, rimettergli i fermi in plastica "almeno due" e appenderlo ad un chiodo sul balconcino della cucina per farlo asciugare, insieme ai guanti. Fatto questò si lavò ben bene le mani e le braccia e fu pronto per il suo yogurt.
Per prima cosa prese la confezione e separò i due vasetti, uno lo mise in frigo, l'altro lo appoggiò sul tavolo, poi staccò un tovagliolo di carta dal portascottex ed infine afferrò dal portaposate nel cassetto della credenza un cucchiaino.

Tenendo tutto in mano andò nella sua stanza e posò il tovagliolo sul comò: "Me lo merito un po' di cybersex?" Sopra al tovagliolo mise il cucchiaino ed infine aprì dolcemente, badando a non strapparla, la sottile linea di alluminio cha fa da coperchio a quasi tutti gli yogurt, la raschiò, facendo scivolare "la parte migliore" nel vasetto, poi sempre con il cucchiaino lavorò sulla parte superiore di questo dove nel bordo si accumula la parte più cremosa e densa dello yogurt per farla ricongiungere alla parte più liquida: "Anche questa è la parte migliore... però è molto farinoso, come mai? Moh, sarà niente... sembra pure un pò giallastro... vabbeh amalgamiamo che poi tutto ritornerà cremosissimo" come lui immaginava fosse originariamente, alla fine della produzione, in chissà quale fabbrica dei sogni.
Ma anche dopo aver amalgamato rimase dubbioso, senti che il piacere di gustarsi il suo yogurt gli sarebbe potuto essere inibito e qualcosa lo angosciò nelle lontananze del suo animo... la gola però fu più forte e quindi lo assaggiò: "Dio, che sapore amaro... è chiazzato di giallo... è andato a male...".
Ricordò che il suo panettiere, dal quale lo aveva comprato, era stato un tempo considerevole con lui a cercarlo perché trovava solo confezioni di yogurt magro che gli facevano veramente schifo, con quel sapore nullo che avevano: "Forse la confezione che avevano trovato assieme era scaduta... chissà da quanto...".
Tornò allora velocemente in cucina immaginando di aver mangiato chissà quale robaccia che gli avrebbe fatto sicuramente male e nel secchio della spazzatura prese il pezzo di carta della confezione con l'indicazione della scadenza: "No scade fra un mese... è il sapore dello yogurt mescolato al sapore che l'influenza da alla bocca quando è passata da un giorno...". Niente gli era inibito, si acquietò, cominciò a godersi il sapore acidulo dell'alimento.

Rientrando in stanza si sedette davanti al computer e lo accese... intanto si gustava lo yogurt, quel sapore acido e cremoso, fresco e nutriente... si...

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