Poichè non sapevo
dove sarei andato
percorsi il tempo veloce.
Tu donavi il tuo eterno sapore
ed io accanto alla finestra aspettavo
scorrevano le fotografie
ed i volti eterni dei fanciulli che mutavano,
corpi e mani, braccia ben tornite
il vecchio sapore dei tuoi occhi affranti.
A mente mi venivano
la brina mattutina ed il piano
di Percorrendo la maremma antica.
Afflosciati sulle sedie
persi come mani in tasca
svegli come Persei alati
febbrili come un giorno di lavoro in fabbrica
così percorremmo quel tempo veloce
della tua giovinezza.
Non guardandoci neanche in faccia.
Un dio nascosto ci osservava
non rivali, non grandi affanni, credevamo,
non tempi di guerra:
solo quelli riportati
solo quelli appresi
solo quelli narrati.
Eppure un solco scavava
il tuo volto nascosto
mentre assaporava il mio,
tenero come gocce di rugiada,
immerso nella nebbia mattutina,
nel vento che cadeva veloce dal Nord.
anni '90
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