Rombo sotterraneo
che sale, che scende.
Segno tragico.
Intride di magia il silenzio
lo taglia violento
un silenzio puntellato
che non mi appartiene.
Lontano un fantasma
come un rapido risucchio
voci con eco
quasi riverberate
azzerano le mie sensazioni
già azzerate
non dicono niente
non hanno colori.
Una carta di giornale, bianca,
con ritagli al posto delle foto.
Vuoto
muro bianco
pensieri
rabbia.
Omicidio.
Costruito sulla parola, sulla frase
sulla grammatica del deserto.
Un temporeggiare solitario, parlato,
scandito dal respiro verde polmone di foresta,
giungla, bosco mediterraneo
- luci ombre bosco fresco d'estate -.
Qui la luce è catramata
plumbea sostanza ovattata, assenza
brilla di pensieri relativi
pomeriggio intriso di potenziale sangue
roboante, silenzioso,
col pensiero crescente
di un orologio da regalare.
1992
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