“Ma tanto tutti all’inferno andrete… tutti gli spocchiosi, i presuntuosi, gli arroganti,i crudeli, i narcisisti, i pieni di sé, gli atteggioni, gli insensibili, gli egoisti sempre, tanto e comunque. Tutti all’inferno andrete… ma chi vi ha fatto credere che non esiste l’inferno… il capitale, la nostra società dell’arrivismo e del sopruso sistematico l’uno sull’altro? Siete pazzi, illusi, se credete che non esistano il male ed il bene e che nessuno sarà giudicato per le proprie azioni…f igli del vostro tempo brancolate nel buio come miserabili, credete alle panzane del sistema di valori di turno e non ragionate mai con le profondità del vostro cuore e della vostra mente… è per questo che sarete dannati, perché siete presuntuosi, arroganti, indifferenti e non ponete a fondamento della vostra vita l’amore per il prossimo.”
“Amore per il prossimo… non significa essere samaritani, spegnersi o darsi completamente all’altro. Significa porre a fondamento della propria esistenza la comunicazione con gli altri, significa essere aperti agli influssi e alle relazioni con tutti e con tutto ciò che ci circonda, significa non sopraffare ma comunicare e partecipare insieme di questa meravigliosa esperienza che è la vita. Quando sarete capaci di capire questo, allora sarete salvi, qui e nel mondo ultraterreno.”
“Ma ne dubito… troppo cattivo è l’uomo… e troppo stupido… il Signore allora salverà pochi di noi… ricordatevi Sodoma e Gomorra... ricordatevi il messaggio di Dio.”
“Io soffro, e come me tanti… e a tanti livelli… le sofferenze fisiche, le frustazioni morali… tante sono le sofferenze che fanno male… e come me tanti fratelli sono dilaniati… e come me tanti fratelli dilaniati hanno un gesto, un pensiero, un’attenzione per qualcuno – non necessariamente un parente o una persona cara – e vivono cercando di rispettare e di fare attenzione agli altri, di curarsi il più possibile di loro, pur nella difficoltà della loro dolorosa, tragica situazione...è per questo che nostro sarà il Regno dei Cieli… sulla terra ci è stata negata la speranza, ma la terra è solo un momento, solo un istante nel tempo eterno… non essere ciechi ci porterà alla luce.”
“Ricordiamo il mantello di Giordano Bruno…”
Così ragionava Ettore, camminando rasente il muro nell’ombra della sera e fermandosi ogni tanto per riposarsi dal gran peso delle buste della spesa.
“Maricika dice che tutto è sulle mie spalle… ma non sono molto larghe.. reggeranno? Papà, la casa, il lavoro che non c’è, i soldi, le bollette sono preoccupazioni costanti… riceviamo sempre solleciti di pagamento per le bollette… quelle le pago sempre al secondo sollecito… alla fine verrà un momento che non ce la farò più a pagarle e chissà cosa succederà… In quanti stanno nella mia stessa situazione? Il partito democratico? E come mi rappresenta uno che ha la pancia piena e la possibilità di togliersi qualsiasi soddisfazione? Io che per comprarmi una camicia devo aspettare l’elemosina dei parenti… In quanti sono come me?…f orse più di quanto io immagini… “
“La vita di un uomo povero scorre attraverso queste preoccupazioni banali… e se l’uomo povero ha più cultura di altri, la sofferenza è ancora maggiore… per forza di cose si viene a contatto con ambienti dove il livello del discorso è basso… i discorsi non decollano… si articolano sempre su fatti ed accadimenti triti e banalissimi, le chiavi di lettura del mondo sono limitate… non è colpa di nessuno, è un dato di fatto…. anzi colpa di qualcuno è…”
“Ed il cuore e l’anima soffrono… l’uomo sensibile soffre anche negli ambienti più elevati… certo qualche volta il discorso qui si eleva ma in agguato ci sono sempre il dio denaro ed il dio potere che ottenebrano le menti e fanno sragionare, fanno confondere l’uomo con una mazzetta di denaro e, come diceva un tempo S. Agostino, richiedono al sapere solo l’esercizio di un dominio più forte sugli altri uomini.”
“Sarebbe bello invece condividere le proprie conoscenze, le proprie esperienze, i propri saperi… espanderli come cerchi concentrici dell’acqua in uno stagno quando piove che propagano verso ogni direzione fino a coprire qualsiasi punto del laghetto… come ho amato Fourier e la sua Teoria dei Quattro Movimenti… la sua Utopia è quella che più si avvicina alla mia idea del Paradiso o di come vorrei questa terra!”
Ettore era arrivato con un ultimo sforzo al portone…”la prossima volta porto la spesa in due volte così non mi faccio sta faticaccia…” ma tanto poi sapeva che per la fretta avrebbe riportato tutto in un solo viaggio… Appoggiò le buste vicino al legno del portone, tirò fuori le chiavi ed aprì. Poi spingendo con i piedi il portone sulla parte metallica, entrò.
“Il profumo delle cose familiari che ti accoglie, ti conforta… i vecchi ed antichi gesti hanno il sapore dell’eternità e della sicurezza, come se la nostra vita dovesse essere sempre così! E l’uomo anela all’eternità e ama la purezza di una vita tranquilla… miliardi di uomini – quanti, 100 miliardi prima di noi? – l’hanno cercata e voluta, pretesa e difesa… tanti, solo per sé… bisognerebbe però volerla per tutti perché solo così ci sarebbe vera tranquillità… dovrebbe condividerli, l’uomo, sti sentimenti, mostrarli… parteciparli…”
Pensava tutto ciò Ettore aprendo la porta di casa, salutando il vecchio padre infermo, accendendo la fioca luce del corridoio, gialla e umida ed avviandosi verso la cucina mettendo fine alla fatica delle buste della spesa.
“Parole al vento… altro che Leopardi, il mio pessimismo oggi è cosmico multidimensionale….”
In modo stanco Ettore cominciò a cucinare e a preparare la tavola per la cena mentre un sorrisetto ambiguo e ironico gli increspava a tratti le labbra.
2007
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